N° 12

 

L’ODORE DELLA PAURA

 

(PARTE PRIMA)

 

 

ILGIOCO DEL TERRORE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Ronald Bloch è chiamato il Bue da qualche tempo ormai, un tempo quel nome di battaglia apparteneva a suo fratello gemello Raymond, ma lui ebbe la bella pensata di morire in uno scontro con Devil[1] ed i suoi ex compagni, i Duri chiesero, quindi a Ronald se avrebbe voluto prendere il posto del fratello e lui accettò.

            Ora è fuori su cauzione dopo essersi battuto con Devil assieme ai suoi soci[2] e si chiede cosa fare: Kingpin è in prigione ed il Gufo non gli ha ancora offerto alcun incarico. Improvvisamente il telefono squilla e lui risponde:

-Bue, se vuoi guadagnare un po’ di soldi vieni a  quest’indirizzo.- dice una voce che non riconosce.

            Beh, perché no? Pensa, cosa ci perdo?

 

            Il luogo è un magazzino apparentemente abbandonato, il Bue ne ha conosciuti tanti nella sua carriera, è appena entrato che una voce da un altoparlante gli dice:

<<Benvenuto Bue, entra dalla porta alla tua sinistra, ora.>>

            Il Bue segue le istruzioni ed entra in una stanzetta spoglia, a parte la presenza di un uomo in costume

-Ti conosco.- esclama il Bue –Sei l’Anguilla, Credevo fossi in una Prigione federale.-

-C’ero, ma mi hanno fatto uscire, come te, credo.-

-Esatto signori!-

            Al suono della voce alle loro spalle i due si voltano e vedono, appoggiato all’incavo di una porticina, un altro uomo in costume che entrambi riconoscono.

-Mister Fear!- esclamano all’unisono.

-Esatto. Vi ho riuniti qui per un motivo semplice, cari… ehm… colleghi. La rinascita di un’alleanza che vide insieme coloro che ci precedettero nel nome e nel costume,[3] un’alleanza che ci permetterà di guadagnare più soldi di quanti ne avete, forse, mai visti, ed al tempo stesso, di avere vendetta su un uomo che ben conosciamo e che, almeno una volta, ha rovinato i nostri piani: Devil!-

-Che idea hai in mente?- chiede l’Anguilla.

-Qualcuno ha posto una taglia sulla testa di Devil e l’Uomo Ragno:[4] un milione di dollari a testa ed io voglio riscuoterla, almeno per Devil, al Ragno penseremo poi.-

-Mi piace.- commenta il Bue –Devil mi ha mandato in prigione tre volte ed ha causato la morte di mio fratello.mi va di fargliela pagare e prendere anche soldi.-

-Allora è chiaro: staneremo Devil, lo faremo fuori e ci divideremo il bottino. Io prenderò 400.000 dollari e voi vi dividerete il resto- conclude Mr. Fear.

-Non mi sembra una divisione equa.- ribatte l’Anguilla –Hai bisogno di noi, è chiaro, quindi non ti prenderai il grosso della torta.-

-Io dico di si.- esclama Mister Fear e spara con la sua pistola.

            Il gas avvolge i due, che stramazzano al suolo, avvolti in una stretta di terrore che li paralizza e mozza loro il respiro.

-Vi serva di lezione, l’effetto passerà presto.Potrei aumentare il dosaggio e morireste letteralmente di paura, vi conviene ubbidirmi.-

            Per ora, pensa l’Anguilla, mentre dice:

-D’accordo, faremo a modo tuo, ma, dimmi, come pensi di stanare Devil? Nessuno sa chi sia.-

-Davvero? Può essere, ma è noto che ha un forte legame con lo studio legale Nelson & Murdock e se attaccheremo loro, beh sarà Devil a venire da noi.-

-Si!- interviene il Bue –Anche il Gufo ha detto la stessa cosa.-

-Ok allora.- conferma l’Anguilla.

-Bene, allora statemi a sentire, ecco cos’ho pensato…-

 

 

2.

 

 

            Un giorno di lavoro come un altro qui alla Nelson & Murdock dove, io, Matt Murdock, il socio anziano dello studio, sto esaminando alcuni documenti che per qualcuno sono certamente importanti, quando un improvviso rumore all’esterno attira la mia attenzione.

            Esco nel corridoio, stando sempre attento a recitare per bene la mia parte di cieco. Quel che i miei sensi percepiscono, oltre al solito staff, sono tre uomini. Quello sulla destra lo riconosco subito, la corporatura massiccia, il battito potente, l’odore di dopobarba a buon mercato: è il Bue, di nuovo in circolazione. Quello a sinistra è un uomo normale, di media altezza, tutt’intorno a lui percepisco il sommesso ronzio di circuiti elettrice e l’odore forte di qualcosa simile a grasso, l’ho incontrato una volta sola prima:[5] è l’Anguilla. Il terzo, quello in mezzo, è più sfuggente ai miei sensi, la sua corporatura è quella di un normale essere umano ed il mio senso radar m’informa che indossa una corta mantellina e ed un cappuccio triangolare.

-Chi siete?- chiedo.

-Il mi nome è Mister Fear, avvocato Murdock.-  risponde proprio lui -Ed i miei soci sono  il Bue e l’Anguilla.-

-Mister Fear. Il Bue, L’Anguilla? Cos’è la nuova versione dei Seguaci della Paura?-[6]

-Molto spiritoso avvocato, ma bando agli indugi. Abbiamo un messaggio per Devil.-

-Devil?- ribatto –Non siamo il suo servizio messaggeria.-

-Non mi prenda in giro, sappiamo che lei ha un legame speciale con Devil, avvocato. Gli passi quest’avviso: vogliamo incontrarlo, nello stesso luogo dove sconfisse i nostri predecessori, domani a mezzogiorno o altrimenti torneremo e ve ne pentirete tutti, ve l’assicuro e per farvelo capire….Bue!-

            Il Bue prende una delle scrivanie delle segretarie e, senza sforzo, la spezza in due.

-Credo che abbiate capito, fate quel che dovete. Addio, per ora.-

Sono appena usciti che Becky Blake si rivolge  a me:

-Che facciamo, Matt, se non troviamo Devil?-

-Lo troverò Becky, vedrai.-

 

 

         Gli uomini seduti dinanzi a me sono i Capi delle maggiori mafie etniche di New York. hanno tutti accettato il mio invito ad una “conferenza” curiosi di sapere quali siano le mie intenzioni. Lo sapranno presto:

-Signori, forse non tutti voi mi conoscono: il mio nome è Leland Owlsley, ma mi chiamano il Gufo. Come forse saprete, il Maggia in questa città ha subito un duro colpo, i suoi maggiori capi, Kingpin in testa, sono stati arrestati ed attendono il processo, io solo ho mantenuto un livello d’efficienza tale da operare indisturbato, io solo e voi. La mia è una semplice proposta d’affari: uniamo le nostre forze, creiamo un comitato formato da noi e terremo sotto controllo ogni attività di questa città. Pensateci: una percentuale di ogni affare illegale o legale entrerà nelle nostre tasche ed ogni opposizione sarà immediatamente schiacciata.-

-Per opposizione intende il Comitato Esecutivo del Maggia?- chiede uno dei presenti

-Quelli sono diventati solo degli inetti burocrati, il potere che rappresentano è marcio e serve solo la spinta per farlo cadere, -

-Gufo…- interviene il Capo della Mafia Russa di Little Odessa -…tu non vuoi solo New York, vuoi il potere su tutti gli Stati Uniti!-

         Sogghigno divertito.

-Oggi New York, domani il mondo?- rispondo –Non sono così avido, ma ammetto che la Costa Est è nel mio mirino e poi…vedremo. Una sola cosa m’interessa sapere: mi aiuterete?-

         Thomas Lee, uno dei capi delle Triadi Cinesi, si alza in piedi

-Un solo potere con cui trattare è meglio di molti, io sarò con te Gufo, finché non avremo raggiunto l’obiettivo.-

         Osservo gli altri. Posso convincerli, non si fideranno, lo so, ma seguiranno il loro profitto. Usa i tuoi nemici gli uni contro gli altri. Una massima veramente adeguata alla situazione, direi.

 

         Il vecchio negozio di costumi di Zoltan Drago, fu qui che affrontai per la prima volta Mister Fear. Buffo a pensarci, tutti i protagonisti della vicenda, a parte me, sono morti ed in molti pensano che il Devil che li affrontò sia morto anche lui. Il Bue e l’Anguilla, sostituiti da rimpiazzi e poi Mr. Fear. Una maschera dietro cui si sono nascosti molti uomini: Zoltan Drago fu ucciso da Starr Saxon, che morì cadendo dalla sua piattaforma volante, poi fu la volta del mio vecchio compagno d’Università Larry Cranston e, dopo la sua morte, costume ed armamentario passarono a suo nipote Alan Fagan e dovrebbe esserci sempre lui sotto quel costume. Non c’è nessuno, almeno così sembra. La prima volta provarono ad intrappolarmi col vecchio trucco di fingersi manichini, ma non funzionò grazie ai miei supersensi. Non funzionò allora e non funziona neanche adesso. Supero il Bue e quando mi balza addosso con la sua mole, sono pronto per lui, evito la sua stretta e salto di lato sferrandogli un colpo che lo rallenta. Mi costerà fatica abbatterlo, se mai ci riuscirò. Ecco arrivare l’Anguilla. La sua strategia è prevedibile, stordirmi con la sua elettricità e farmi fuori. Lo evito, facendo in modo che il suo slancio lo porti contro il Bue. Forse la scarica elettrica insegnerà al Bue la buona creanza.

-Ben fatto Devil, ma vediamo se puoi combattere questo.-

            Mister Fear spara con il suo gas della paura, ma mi sono premunito con filtri nasali, avanzo ancora quando…tutti i miei sensi vanno in tilt... un groppo mi prende alla gola…i miei battiti accelerano, le gambe tremano ed io cado supino.

-Sapevo che avresti pensato ai filtri Devil…- mi dice Mr. Fear –Per questo, la mia nuova formula penetra direttamente nei pori e tu non sei schermato per quello. Il mio gas della paura ti ha reso impotente e tu stai per morire.-

            Proprio così avevo stabilito di passare la giornata.

 

            Connie Ferrari si sente nervosa. Non è la prima volta che entra negli uffici del Procuratore Distrettuale, ma stavolta è molto diverso: lei è quella che ha vinto le elezioni ed a gennaio sarà lei a sedere nell’ufficio di Blake Tower. Il personale la guarda con un certo interesse, mentre lei attende di essere ricevuta, poi la porta dell’ufficio si spalanca ed è Blake Tower in persona a farla entrare.

-Come va Connie?- le chiede.

-Bene, penso.- risponde Connie ridendo –Bell’ufficio che hai… beh, che avrò.-

-Si per questo ti ho fato venire qui Connie. Siamo in pieno periodo di transizione e sta per cominciare il processo ai boss Io lo comincerò, ma tu lo porterai a termine ed è proprio a questo che pensavo. È importante che tu segua il caso sin dall’inizio o quando diverrai Procuratore potrebbero nascere problemi. Per questo pensavo di farti una proposta. In attesa del passaggio di consegne…vorrei nominarti Assistente Speciale per questo processo.-

            Connie rimane senza parole per un attimo, poi…

-Come potrei rifiutare?- risponde.

            Se solo potessi parlarne a Steve, pensa.

 

            Non riesco a muovermi, non riesco a pensare chiaramente. Tutto quello che vorrei è rannicchiarmi in un angolo e restarci finché non se ne sono andati. Mi uccideranno, lo so ed io non posso fermarli, non posso.

            Un momento. Cerca di pensare Matt, Ti chiamano Uomo senza Paura, ma è un’iperbole, lo sai. Nessuno, se non lo sciocco, è veramente senza paura. La paura è parte di noi, ma solo noi possiamo darle il dominio. Il vero coraggioso è colui che sa dominare la sua paura e reagire. Mio padre era un pugile e diceva che non c’è vergogna nel perdere, a tutti capita prima o poi, ciò che conta è fare del nostro meglio e non arrendersi mai, mai, mai…

La testa comincia a schiarirsi e ritorno a pensare chiaramente, peccato che solo ora riesca ad accorgermi dell’Anguilla al mio fianco ed è troppo tardi per evitare il suo colpo elettrico.

            Ricado con un flebile lamento.

-Sei finito Devil!- dice l’Anguilla –La taglia sulla tua testa sarà nostra ora.-

            La taglia, avevo quasi dimenticato quel contratto sulla mia testa e sarebbe un peccato se, come sembra, dovrò morire senza sapere chi mi vuole morto.

 

            Richard Fisk è al telefono:

-Si mia cara, non preoccuparti, i nostri piani stanno procedendo come previsto. Beh penso che nel weekend potrei essere da te, anch’io sento la tua mancanza, lo sai…ora scusa, chiamano dalla reception, credo sia l’uomo che aspettavo…si, starò attento, sai che non sono uno sprovveduto…ciao!-

            Richard riattacca e sorride. Mentre aspetta che il suo ospite arrivi ci sono altri dettagli da sistemare, ad esempio far arrivare i fiori all’appartamento di Candace Nelson in tempo utile. Il suo è un gioco delicato e le sue pedine debbono essere sistemate nel giusto posto. Al deciso bussare apre la porta della suite e si trova di fronte un uomo di 45, 50 anni circa, capelli e baffi neri con le tempie grigie, vestito in un elegante completo di Armani, azzurro.

-Benvenuto Mr. Farnum.-

            E l’uomo di nome Frank Farnum gli stringe la mano.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

N° 13

 

L’ODORE DELLA PAURA

 

(PARTE SECONDA)

 

 

PAURA SENZA LIMITE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

Ci sono giorni in cui sembra che la fortuna ti abbia voltato le spalle, come oggi ad esempio. Sono a terra, a quattro zampe, per così dire, mentre cerco di schiarirmi la testa dopo, aver ricevuto una scossa elettrica dall’Anguilla. Si, proprio l’Anguilla, insieme al Bue e a Mr. Fear, non proprio il top dei miei nemici in costume variopinto, ma sembra che, dopotutto, siano abbastanza pericolosi, ora come ora. Mi vogliono morto per riscuotere una taglia sulla mia testa messa da qualcuno che proprio non so chi possa essere, a parte il fatto che ne ha messa una, identica, sulla testa dell’Uomo Ragno e che, quindi, deve essere un nemico comune e non è che siano così pochi. A proposito, nel caso ve lo steste chiedendo, il mio nome è Devil, detto anche l’Uomo senza Paura e se non mi sbrigo a fare qualcosa, presto sarò un cadavere in calzamaglia rossa.

 

            Richard Fisk sorride al nuovo arrivato stringendogli la mano.

-Bentornato a New York Mr. Farnum.- gli dice.

            Frank Farnum, un uomo di 45, 50 anni circa, capelli e baffi neri con le tempie grigie, vestito in un elegante completo di Armani, azzurro, si siede su un’elegante poltrona e si rivolge al suo interlocutore.

-Cosa vuole da me Fisk?- chiede senza tanti preamboli.

-Ho dei progetti.- risponde Richard –Progetti molto ambiziosi e prima di iniziarli, voglio sapere che intenzioni ha lei….Marauder!-

-Non uso quell’identità da molto tempo.-

-Lo so. Da quando L’Uomo Ragno e Devil la sconfissero alcuni anni fa sventando un suo ricatto nucleare.[7] Se non sbaglio, riuscì a fuggire poco prima dell’arrivo della polizia.-

-Lei sa molte cose, Fisk, anche dove abito. Ha con se gli archivi di suo padre?-

            Richard sorride e continua:

-Furono proprio l’Uomo Ragno e Devil, all’epoca a rovinare la sua prima campagna criminale vero?[8] Immagino che li odi molto.-

-Soprattutto Devil, si. Lo tenevo d’occhio grazie al suo legame con lo Studio Legale Nelson & Murdock, che aveva sede nel palazzo di cui ero amministratore, riuscii anche a scoprire che era il gemello dell’avvocato Murdock,[9] ma non riuscii mai ad usare l’informazione: Mike Murdock morì poco tempo dopo lottando contro lo Sterminatore e gli Ani Uomini[10] e non sono mai riuscito a sapere chi sia il nuovo, ma non importa, dopotutto, importa solo che lui e l’Uomo Ragno muoiano.-

-Per questo ha raccolto i fondi per mettere una taglia di un milione di dollari sulla loro testa?-

-Sa anche questo?- esclama Farnum –Beh, perché no? Sono stanco di espormi in prima persona, in questo modo li terrò in tensione costante e li distoglierò dalle mie altre operazioni.-

-Mi tolga una curiosità Farnum….- chiede Richard -…Come ha fatto un genio della meccanica come lei, costruttore di sofisticati androidi mutaforma ed altri apparecchi avanzatissimi, a finire a fare l’agente immobiliare?-

            Farnum si morde il labbro inferiore. I ricordi non gli piacciono.

-Ero Capo Ingegnere in una piccola, ma florida azienda, purtroppo i pesci piccoli di rado sopravvivono. Una società più grande ci assorbì, erano interessati solo ai brevetti. Chiusero la fabbrica e ci ritrovammo  tutti senza lavoro e tanti saluti. Mio fratello mi offrì di diventare il suo socio. Ero pieno di livore e decisi di usare i miei progetti per scopi personali, così assunsi l’identità di Marauder, deciso a diventare il signore del mondo criminale.-

-Un’ambizione che non ha abbandonato, vero?-

-Non dovrei dirglielo, credo, ma tanto penso lo sappia già. In questo momento di disorganizzazione, un uomo con la giusta volontà ed i mezzi può imporsi sulle bande, il Gufo ci sta provando, ma non è detto che ci riesca. Lei intende ostacolarmi?-

-No, faccia quel che vuole Farnum. Vuole dare la scalata al Maggia? Buona fortuna.-

            Cos’ha in mente quest’uomo? Si chiede Farnum, bella domanda, ma non avrà una risposta sincera, vero?

 

 

2.

 

 

            Il mio nome è Ben Urich e sono un giornalista. Ok questa l’avete già sentita vero? Beh, non potete pretendere originalità a tutti i costi, piuttosto, state buoni nella vostra poltrona o dovunque vi troviate ora e stare a sentire la mia nuova storia. Ho appena terminato di rivedere il mio pezzo sullo schermo del computer ed ancora una volta devo ammettere che mi manca la mia vecchia Smith Corona, lo so, sono troppo antiquato, che volete farci? Sarà una questione d’età.

-URICH!-

            La dolce voce del nostro stimato editore rimbomba nelle mie orecchie come il boato di un’esplosione di qualche megatone.

-Cosa posso fare per te Jonah?- gli chiedo.

-Che ne è di quel pezzo sul Senatore di Stato Jessup?-

-Quella storia dei contributi elettorali dal Maggia? Lo sto facendo assieme a Bergstein.-

-Umpf! Che novità ci sono?-

-Sembra che l’Ufficio del Procuratore Generale manderà qualcuno ad indagare anche qui, volevo appunto andare a fare una visita agli uffici locali del senatore, Bergstein dovrebbe essere andato da un’ex segretaria che forse sa qualcosa d’interessante.-

-Fallo, non perdere tempo e… uhm…. Non c’è possibilità di collegarlo a all’Uomo Ragno?-

-Temo di no Jonah.- rispondo evitando di ridere in sua presenza. Il vecchio Jonah è sempre convinto che l’Uomo Ragno sia la più grande minaccia alla sopravvivenza della civiltà occidentale dai tempi delle invasioni barbariche, ma anche lui sa che è molto difficile che sia coinvolto in un caso di corruzione politica. Beh è meglio darsi una mossa

-Andiamo, ragazza.- dico rivolto alla mia praticante favorita, Candace Nelson.

-Dove andiamo Ben?- mi chiede. Candace è una ragazza di spirito, appena uscita da un corso di specializzazione in giornalismo investigativo. È la sorella del Procuratore degli Stati Uniti Franklin Nelson, un tipo così quieto, l’immagine tipica del borghese, tanto da rendere difficile immaginare che possa avere una sorella come lei. Candace mi è simpatica, si ostina a fare di testa sua ogni tanto, ma, dopotutto, un buon giornalista deve essere intraprendente no? Da un paio di giorni la vedo strana, un po’ con la testa fra le nuvole, mi viene il sospetto che abbia trovato un uomo, mi sbaglierò?

 

            Non credo di sbagliarmi, se definisco la situazione difficile. I miei sensi ancora un po’ offuscati mi dicono che ai miei lati mi ritrovo Il Bue sulla destra e l’Anguilla sulla sinistra. Di fronte a me c’è il capo: Mister Fear. Sento l’odore del suo gas della paura nell’aria, devo stare attento a non inalarne, facile no?

-Vediamo di finire la faccenda.- Dice Mr. Fear –Ora decidiamo se gli spappolo il cervello con una pallottola, oppure se lo friggi tu, Anguilla, con una scarica ad alto voltaggio.-

            Mi muovo più rapidamente possibile e riesco a far perdere l’equilibrio a Fear

-Se posso scegliere preferirei un buon letto!- dico.

            Come sempre, il mio vero vantaggio è la velocità. Il bue è grosso e lento e Mr. Fear non è esattamente un atleta professionista. Provano a prendermi, ma io scatto, salto, volteggio e non riescono a mettere a segno un colpo. Se il comitato olimpico passasse da queste parti potrei, forse, guadagnarmi un posto nella squadra di atletica, ma, poiché non c’è da sperarci, devo accontentarmi di abbattere qualche supercriminale.

-Fermatelo!- urla Fear –Noi siamo in tre e lui è solo, dobbiamo riuscire a prenderlo.-

-Dimentichi i vantaggi di una vita sana amico.- gli replico colpendolo con un calcio –Non vedi come mi tengo in forma? Non ho neppure il fiatone.-

            Il Bue mi afferra il polso e prova a sbattermi a terra, con una capriola mi rimetto in piedi. Quella montagna vivente mi viene addosso. Lo evito a malapena.

-Tutta quest’ostilità ti farà male al fegato.- gli dico –Per non parlare di tutti quegli hamburger pieni di colesterolo che mangi di solito. Troppa cipolla, se vuoi il mio parere.-

-Sta zitto e lascia che metta a segno un pugno.-

-Non posso. Che ne penserebbe il mio pubblico se mi lasciassi colpire in silenzio?-

            Ok, dopo battute simili mi conviene tornare al cliché dell’eroe forte e silenzioso. Mi è venuta un’idea e se mi riesce, avrò qualche avversario di meno.

 

            Era passato parecchio tempo da quando Foggy Nelson era entrato nell’ufficio del Presidente della Osborn Chemical, ma, come l’ultima volta, seduta alla grande scrivania c’era Liz. Quella donna, pensa Foggy, ha superato molti brutti momenti. Dopo che è rimasta vedova si è improvvisata manager con discreto successo, ha dovuto combattere con il redivivo suocero, ha dovuto difendere l’azienda con le unghie e coi denti dopo che le malefatte di quest’ultimo sono venute a galla. Se una donna così decide di darti una seconda possibilità, non devi sprecarla.

-Foggy!- esclama lei venendogli incontro –Sono felice che tu sia qui.-

L’abbraccia con vero entusiasmo e lui, come al solito, si sente goffo e troppo grasso.

-Liz…va tutto bene?-

-Vorrei saperlo. Ho appena esaminato la situazione con i contabili ed è chiaro che siamo sotto attacco.-

-Un acquisizione ostile?-

-Si. Una società poco nota, la Tricorp, ha lanciato un Offerta Pubblica di Acquisto di azioni Osborn, Non so cosa fare, è allettante e darebbe liquidità alla società, ma perderei la maggioranza e la cosa mi secca lo ammetto.-

-Ti eri abituata ad essere il capo eh?-

-Si.lo ammetto.- risponde Liz –Beh, non ho scelta, convocherò il consiglio e decideremo se opporci o no, ma parliamo di te, cosa ti porta qui, ti credevo molto impegnato in questi giorni, con quei processi in corso…-

-Ehm..si, in effetti, ma i miei collaboratori sono in gamba, se la cavano anche se mi assento una mezz’ora ed ho pensato che, magari potevo venire di persona una volta tanto per sapere che fai più tardi, per cena..-

-Beh mi piacerebbe uscire, ma c’è Normie, non mi va di lasciarlo solo.-

.Non… non ho detto che devi lasciarlo solo, potremmo… ecco...  potremmo stare tutti insieme, per una sera.-

-Foggy sei un vero tesoro.- dice lei abbracciandolo ancora –Sarebbe splendido, devo solo vedere a che ora stacco, ne possiamo riparlare più tardi, vuoi?-

            Foggy sospira, come può non dirle si? Ed infatti glielo dice. L’interfono suona:

<<Mrs Osborn, c’è Peter  Parker.>>

-Lo faccia entrare.- risponde Liz.

-Io vado… Ti chiamo più tardi, allora… -le dice Foggy   e si azzarda a darle un lieve bacio, poi si gira e la porta si apre ed entra Peter Parker, noto a molti, ma non a questi due, anche come lo Stupefacente (a volte Spettacolare o Sensazionale) Uomo Ragno.

-Disturbo?–chiede un po’ imbarazzato.

-Entra pure, Foggy stava giusto andando via. –

-Salve, Foggy. -lo saluta Peter.

-Salve, Peter! Tutto bene?-

-Benissimo, grazie… ci si vede.-

            Foggy esce chiudendosi la porta alle spalle. Simpatico quel Parker dopotutto.[11] Il suo pensiero torna subito a Liz. comincia a sentirsi sicuro che con lei andrà tutto bene, anche se, deve ammetterlo, una serata con Normie lo preoccupa un po’. I bambini lo imbarazzano terribilmente. Sarà dura quando ne avrà di suoi. Calma Foggy, non correre. Sorride andando via e la segretaria pensa che per esser un uomo importante ha sempre un’aria, come dire… sciocca.

 

 

3.

 

 

            Agli uffici di Jessup si rifiutano di riceverci, il che non è esattamente segno di buona educazione, ma un buon giornalista non si arrende.

-Che facciamo Ben?- mi chiede Candace.

-Andiamo a frugare nella spazzatura..- le rispondo scherzando, ma solo sino ad un certo punto, la mia intenzione è vedere se posso trovare qualcosa d’interessante passando dalla porta sul retro, magari qualche documento scottante. Un attimo dopo vedo qualcosa che attira subito la mia curiosità, su un’auto che sfreccia via veloce dal vicino garage, un uomo che tutti al Bugle conoscono bene: Lapide

-Era lui?- chiede Candace.

-Non c’è dubbio e questo mi rende molto curioso, il principale sgherro del Gufo qui, voglio saperne di più.-

 

            Se l’Anguilla farà quello che mi aspetto da lui, ho una possibilità di cavarmela, ma devo agire subito. C’è un vantaggio nell’essere agile come il sottoscritto ed avere una tattica di lotta acrobatica. Il primo passo consiste nel precipitarmi contro Mr. Fear, troppo veloce per essere colpito dalla sua pistola della paura, il che è il meno, e poi… per uno col mio super senso del tatto e dell’odorato, non è difficile individuare il caricatore di riserva alla cintura e strapparglielo, per poi gettarlo sul pavimento. Come previsto, si rompe ed il gas si sparge per la stanza, investendo in pieno l’Anguilla ed il Bue, che si arrestano immediatamente come bambini impauriti. Li sento balbettare, L’Anguilla vede il Bue accanto a lui ed è letteralmente terrorizzato, tanto terrorizzato che, quando il Bue lo tocca, scarica la sua elettricità a piena potenza abbatt5endolo quasi immediatamente e ricadendo per lo shock. Ed io? Beh sono rannicchiato in un angolo cercando di controbattere l’effetto del gas, usando le stesse tecniche che mi hanno permesso di controllare i miei supersensi per riprendere il controllo. Stick dovrebbe essere orgoglioso di me o no?

-Sei in gamba come ricordavo Devil….- dice la voce di Mr. Fear, evidentemente, e la cosa non mi sorprende, è immune agli effetti del suo gas. -…ma anche gli uomini in gamba hanno poche speranze contro una comune pallottola in testa!-

            Ancora? È un’ossessione la sua.

 

            Uffici della Motorizzazione della Contea di New York, è qui che la mia ricerca mi ha condotto a parlare con uno degli impiegati:

-Coraggio Arnie, in fondo è un’informazione semplicissima.-

-Ma che non dovrei dare ad un rompiscatole giornalista troppo curioso sui fatti altrui.- ribatte lui.

            Candace si sporge sul bancone verso di lui, sgrana gli occhioni, sfodera un bel sorriso e gli dice:

.-La prego Mr. West, è solo una piccola informazione, le costerà solo un attimo al computer…-

-Ahem, beh…oh va bene, mi dia quella targa.-

            Candace mi guarda strizzando l’occhio ed io faccio del mio meglio per imitare lo sguardo disincantato di Humphrey Bogart.

-Ecco qua.- dice infine Arnie –L’auto che cercate è intestata ad una società commerciale del New Jersey, la Cyberoptics.-

-Cyberoptics... mi dice qualcosa.- dico –Varrà la pena approfondire.-

-Grazie tante Mr. West.- gli dice Candace.

            La prendo per un braccio e la trascino fuori, meglio non esagerare.

-Si grazie Arnie…alla prossima ok?-

            Cyberoptics eh? Potrebbe essere una buona pista.

 

            Frank Farnum è appena giunto nel suo rifugio segreto, che poi è solo un appartamento affittato sotto falso nome. Si avvicina ad una libreria a muro e sposta un certo libro, lo scaffale si sposta rivelando un ingresso. Piuttosto pacchiano, forse, ma è meglio che nascondere l’ingresso dietro un orologio a pendolo, no? La stanza in cui passa è un laboratorio attrezzato. In un angolo, accuratamente sistemato a dei ganci c’è il costume di Marauder. Su un tavolo, un computer ed un sofisticato video telefono, che sceglie proprio quel momento per squillare. Che tempismo, pensa Farnum, rispondendo.

            Il volto che compare sullo schermo è oscurato in modo che Farnum non possa vederlo.

<<Buona sera Mr. Farnum, come proseguono i suoi piani?>>

-Come previsto, per ora. Ho incontrato Richard Fisk oggi, mi ha fatto diverse domande, ma credo non abbia sospetti sui miei… i nostri veri obiettivi.-

<<Bene. Ho sentito che la sua campagna contro Devil e l’Uomo Ragno prosegue bene, anche se, finora, nessuno è riuscito a guadagnarsi la taglia, il che, in un certo senso è un bene per me, visto che sono io a finanziare la maggior parte di quei due milioni di dollari.>>

-Un investimento che abbiamo gia stabilito come ripagare.-

<<Lei mi faccia avere quel che voglio, Farnum e saremo pari.>> ribatte l’altro.

-Quello che non capisco è perché un uomo come lei voglia aiutarmi a vedere l'Uomo Ragno e Devil morti.-

<<Non ho niente contro di loro, anzi, non li ho nemmeno mai incontrati, anche se, senza saperlo, hanno incrociato i miei interessi più di una volta in questi anni, ma sono il mezzo per raggiungere i miei scopi ed il fine giustifica i mezzi no?>>

-Si, è anche la mia filosofia.-

<<Allora possiamo intenderci Mr.. Farnum.>>

            Finita la conversazione Harold Howard si alza e si avvicina alla finestra, sotto di lui si stende Las Vegas, la più famosa città del Nevada. Si, pensa, avrà quel che vuole alla fine.

 

 

4.

 

 

            Nel manuale del perfetto supereroe, c’è scritto che un uomo con una comune pistola non può essere considerato una grave minaccia, nessuno l’ha mai detto a Mr. Fear. Vediamo…com’era la battuta? Potrei liberarmi di lui in almeno venti modi diversi… beh, com’è che non me ne viene in mente nessuno?

            Sento il suo battito cardiaco accelerare, il suo dito indice irrigidirsi sul grilletto, tra un attimo sparerà ed io, beh, non so se ho riguadagnato abbastanza controllo per riuscire in quello che voglio fare, ma, devo provarci comunque e devo farlo ora. Nell’esatto momento in cui sposto la testa, il mio braccio destro scatta e colpisce il polso di Fear deviando il colpo, poi rotolo di lato e lo disarmo con un calcio

-Che diavolo…ma come fai? Dovresti essere tremante dal terrore come quei due.- esclama indicando i suoi complici.

-Merito di una vita sana suppongo.- rispondo colpendolo ripetutamente. Su fida troppo delle sue armi, in un corpo a corpo non è granché. Ho appena finito di pensarlo, che mi sferra un calcio alle parti basse, che evito a stento e poi approfitta della mia guardia abbassata per sferrarmi un diretto al plesso solare, che mi lascia senza fiato.

-Ero il migliore della squadra di atletica all’Università.- proclama –Ero anche nella squadra di pugilato.-

            Beh almeno questo esclude che sia Larry Cranston[12] redivivo, il vecchio Larry non riusciva a saltare neanche un ostacolo di 30 cm. e non parliamo di boxe. Fa piacere vedere che qualcuno dei tuoi avversari resta morto ogni tanto, oltre che le brave persone come Karen.

-Ottima notizia vecchio mio, io, invece, come vedi, ero una schiappa.-

-Scherza pure, so di non  essere alla tua altezza, per cui…finiremo questo discorso in un altro momento.-

            Con un gesto teatrale si porta la cappa sul volto e lascia cadere altre due capsule. Un'altra volta quel trucco? Stavolta me l’aspettavo e sono più rapido a reagire, ma lui è altrettanto svelto a scappare. Me l’aspettavo, ma non ha importanza, so che lo rivedrò molto prima di quando mi piacerebbe. Mi avvicino agli altri due, il Bue è ancora a terra, peccato per lui, finirà dentro per la terza volta consecutiva in tre mesi…o forse no, non posso certo andare a testimoniare in Tribunale di essere stato aggredito no? Gli svantaggi dell’identità segreta, L’Anguilla mi vede, è ancora in preda al gas del terrore.

-Ti…ti prego..non farmi male.-

-Oh zitto!-

            Basta un pugno ben assestato e lo mando nel mondo dei sogni Chiamerò ugualmente la Polizia, almeno me li terranno fuori dai piedi per un giorno o due, spero.

 

            Candace Nelson è nervosa, ha appena il tempo di farsi una doccia e mettersi in ordine prima che arrivi lui, se non avesse perso tutto quel tempo con Ben…No non è giusto, le piace quel lavoro e sono su una buona pista, lo sente. Eppure, pensare all’uomo che aspetta la fa sentire… non sa nemmeno lei come. Ha appena infilato quello che considera il suo vestito migliore, che il campanello suona. Inspira ed apre la porta.

-Sono puntuale?-

-Sei perfetto Richard.- risponde lei.

 

            È stata una giornata frenetica, ma è passata grazie al cielo. Ho ricevuto un invito per il fine settimana a casa di Peter Parker per una specie di riunione. Sarà piacevole passare la serata con Peter ed i suoi amici.[13] Mi dispiace solo che Debbie mi abbia già detto che non verrà. Pensa che non sia ancora il momento di affrontare Foggy, il suo ex marito, specialmente insieme a me.  Beh meglio prepararsi alla dura giornata che mi aspetta. Per prima cosa una robusta colazione.

Oh, a quanto pare è già arrivato il giornale. Chissà se il ragazzo delle consegne sa che sono cieco e si chiede come faccio a leggerlo? O forse non gli importa. Passo le dita sul titolo e rimango interdetto.

“L’UOMO RAGNO SOSPETTO COMPLICE DI NOTO SPACCIATORE”.

Editoriale di J. Jonah Jameson: “La verità viene a galla”.

            Proprio un bel modo di iniziare la giornata, non c’è che dire.[14] Chi può dire che la vita di un avvocato cieco, nonché supereroe è noiosa? Se mi muovo, riuscirò a trovare Testa di Tela prima dell’udienza, il Giudice Watson è severo con i ritardatari. Peter mi deve una colazione.

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

 

N° 14

 

L’ODORE DELLA PAURA

 

(PARTE TERZA)

 

 

IL CORAGGIO DELLA PAURA

 

 

1.

 

 

            Il Mio nome è Ben Urich e sono un giornalista di un grande quotidiano metropolitano, il mio compito? Portare la verità nelle case degli ignari cittadini di questa grande città. Questa è la città che non dorme mai, la più grande città del mondo, uscite per le sue strade e vi troverete il più vario, ed a volte bizzarro, campione di umanità che possiate immaginare. È la mia città ed io la amo, ma, come tutte le amanti, ha un lato imprevedibile, misterioso e, qualche volta, traditore. Buffo quali riflessioni ti vengono in mente mentre ti trovi in un vicolo buio ed hai una pistola puntata alla tempia. Dovrei esserci abituato dite? Non è la prima volta che mi capita nella mia carriera? Ditelo a mia moglie Doris quando le recapiteranno il mio cadavere.

            Ok, Ok. In ogni buon racconto che si rispetti, a questo punto dovrebbe partire un flashback che spieghi agli ignari lettori come mi sono trovato in questo pasticcio e chi sono io per deludere il mio pubblico? Vediamo un po’, se riuscissi a mettere ordine nel mio cervello abbastanza preso dalla canna di quella pistola….

 

            Il mio nome è Matt Murdock e sono un avvocato, almeno per la maggior parte del tempo, quando, cioè, non sono il supereroe chiamato Devil. Come Devil, ho avuto una settimana impegnativa: ho cercato di aiutare l’Uomo Ragno implicato in un caso di spaccio di droga[15] ed ho anche cercato di rintracciare senza successo Mr. Fear, un vecchio avversario che mi vuole morto ed ho mandato al fresco qualche piccolo delinquente comune. Oggi mi dedico al mio vero lavoro, quello dell’avvocato.  Qualche tempo fa, mentre ero all’apice del successo, un uomo chiamato Kingpin decise di prendersi una vendetta su di me e mi tolse tutto quello che avevo: professione, soldi, casa, tutto, ma perdendo tutto, scoprii cosa aveva davvero valore nella vita, tornai a lottare più agguerrito di prima e vinsi.[16] Non ho scordato cosa significa essere in fondo alla scala sociale, ecco perché ogni avvocato del mio studio deve fare un turno di un giorno lavorativo alla settimana nel Consultorio Legale Gratuito Karen Page nel mio quartiere di nascita: Hell’s Kitchen, oggi chiamato Clinton. Io non faccio eccezione, oggi è il mio turno Ho passato gran parte della mattinata a sentire storie da gente che ha a malapena un tetto sulla testa o di che sfamarsi ed è quasi l’ora di pranzo, quando Padre Gawaine entra accompagnato da una donna, un po’ cicciottella, probabilmente di mezza età, battito accellerato, emozionata, forse, ma c’è dell’altro.

-Buongiorno Matt.- mi saluta lui.

-Buongiorno…padre.- devo trattenermi per non chiamarlo Kid, il suo nomignolo dei tempi in cui era pugile. Se quando pensate ad un sacerdote cattolico irlandese vi viene in mente Spencer Tracy oppure Bing Crosby, beh lasciate perdere. Gawaine conserva il fisico del peso massimo e non ha nulla della bonomia che irradiavano i personaggi di quei due attori. La grinta quella si, non gli manca e, comunque, l'Arcivescovo non avrà molto da lamentarsi di lui

-Cosa posso fare per voi?-chiedo.

            La donna sembra esitare, si chiede, forse, se questo avvocato ben vestito e cieco potrà fare qualcosa per lei. Se non si fida, c’è poco che io possa fare.

-Parli Mrs. Conroy…- la esorta Kid.

-Non so come cominciare….- esita, come se si vergognasse –Avevo questa figlia ..se n’è andata di casa a 15 anni per mettersi con un balordo, è rimasta incinta e lui l’ha mollata, ma non prima di insegnarle tutto sulle droghe. Ha passato gli ultimi 12 anni della sua vita tra prigione, istituti di rieducazione e la strada….-

            Esito prima di passare alla prossima domanda, da come parla.Credo di aver già intuito la risposta.

-Che ne è stato di lei?-

            Tace, sento che china la testa e per un po’ nessuno dice niente, poi…

-Lei….è morta circa otto anni fa…risponde, infine….-La trovarono in un vicolo, piena di crack sino alle orecchie, non superò la notte.-

-E il figlio?- chiedo –Se non sbaglio, ha detto che era rimasta incinta.-

            Ancora un’esitazione, parlare di questo dev'essere doloroso per lei.

-Una figlia.- risponde, infine, -Aveva 15 anni quando la madre morì, ma già da quattro viveva da sola, abbandonata. Sua madre non si ricordava nemmeno di lei ed io….io…-

            Reclina la testa e sento le lacrime scorrerle lungo le guance, poi di scatto rialza la testa.

-… io non sapevo di lei, non venne da me ed io non sapevo dove cercarla. Non voleva aiuti, non voleva niente.-

            Storia vecchia, le strade sono piene di sbandati ed indesiderati che non hanno superato o non hanno voluto sottostare alle dure regole di questa nostra società. Fingiamo di non vederli, ma ci sono. Vivono come possono, dormendo dove capita, qualche volta su una panchina, altre volte nei ricoveri o, se capita, in uno dei tanti palazzi abbandonati e lasciati a marcire in attesa di un proprietario più solerte o di un nuovo piano edilizio. Lo so bene, sono stato uno di loro per un po’.La signora Conroy continua a parlare, ora è un fiume in piena, non potrei fermarla nemmeno se lo volessi e non voglio.

-….La ragazza… mia nipote è cresciuta da sola in strada. È diventata una dura, ha fatto quello che fanno tutti, si è arrangiata. Io non sono ricca, avvocato, ma riesco a vivere dignitosamente. Perché non è venuta da me? L’avrei aiutata!-

            Chi può rispondere ad una simile domanda? Un malinteso senso d’orgoglio o, magari, sua madre non le ha mai detto niente della nonna. Chi potrebbe sapere perché una persona fa certe scelte?

-Ho saputo che campava con piccoli furti e lavoretti qua e là, dormiva in un edificio in rovina tra la 43° Strada e la 10° Avenue…-

            Drizzo le orecchie, conosco quella zona, fu quasi rasa al suolo da un pazzoide di nome Nuke[17]

-… ma, poi sono arrivati i piani di ristrutturazione del Sindaco. Hanno buttato giù tutto l’isolato per costruire un centro commerciale ed un condominio residenziale, Il giorno che la Polizia è venuta ad eseguire lo sgombero, lei ha aggredito gli agenti, uno di loro è stato ferito. Non sono stati teneri con lei, una ragazza nera, figlia della strada, così è finita a Ryker’s Island.-

-Vorrebbe che la tirassi fuori?-

-Si, ma non c’è solo questo. Qualche tempo fa ha avuto un figlio, un maschietto, da un altro balordo senza nome, che l’ha mollata com’è successo a sua madre…o, forse, è morto in uno scontro a fuoco con la Polizia, non so chi dei due fosse quello giusto. Ora i servizi sociali dicono che è una madre indegna ed incapace e vogliono portarle via il bambino, farlo adottare. Non voglio che accada.Io sono la sua famiglia, Nyla può essere una buona madre, se le danno la possibilità, lo so.-

            Vorrei essere ottimista come lei, ma non ha importanza ora, capirò presto se la ragazza merita o no.

-Dovrò parlare con lei.- dico –Vediamo, immagino che in tutto questo…mi perdoni, signora… susseguirsi di nascite illegittime, il cognome di sua nipote sia il suo: Conroy.-

-No, non usava quel nome. Sin da quando ha cominciato a vivere da sola si è fatta chiamare Nyla Skin.-

            Per un attimo mi manca il fiato. Non può essere possibile, eppure…Tempo fa, dopo un crollo nervoso, mi ritrovai in piena amnesia e questa ragazza mi aiutò, mi ospitò, se così si può dire nella sua precaria abitazione, proprio in quell’edificio, si prese cura di me. Rimasi con lei sino a che la memoria non mi tornò e, per quel breve periodo, siamo stati una specie di coppia. Alla fine, Kingpin la coinvolse in uno dei suoi perversi piani per annientarmi e, dopo averla salvata, la lasciai per occuparmi di Bullseye, che aveva preso la mia identità di Devil.[18] Da allora non l’ho più incontrata e, devo confessarlo, non ho più nemmeno pensato a lei…sino ad ora.

-L’aiuterò Mrs. Conroy, oggi stesso andrò a Ryker’s Island per parlare con sua nipote e farò tutto quello che posso per lei e suo figlio, glielo prometto.-

            Spero di sembrare tanto convincente, quanto mi auguro di esserlo.

 

         Mi chiamano il Gufo, sono in pochi ad usare il mio vero nome: Leland Owlsley, è un nome che quasi non mi appartiene più. Dopo anni di rovesci, ho impegnato tutto me stesso per raggiungere due obiettivi che mi ero prefisso: ricostruire il mio impero economico e finanziario e diventare il signore indiscusso delle bande criminali della Costa Orientale. Il primo obiettivo è raggiunto, il secondo è, ormai, a portata di mano. Devo solo eliminare gli ultimi ostacoli, uno, in particolare: Ulysses X. Lugman, detto Slug,[19] il boss indiscusso del Golfo del Messico… almeno sinora. Non si può trattare con Slug, si può solo abbatterlo senza pietà, ma non è necessario che lui lo sappia, per ora.

         L’uomo che entra si chiama Henderson, è uno dei miei luogotenenti.

-Ci sono problemi Gufo.-- dice.

-Che problemi?- chiedo.

-Un giornalista ficcanaso sta indagando sui nostri legami col Senatore di Stato Jessup.-

         Jessup, uno dei tanti politici locali sulla mia busta paga.

-Tenetelo d’occhio e, se scopre cose che non dorrebbe sapere, fatelo fuori.- ordino, poi torno a concentrarmi sulle notizie da Wall Street.

 

         City Hall, Uffici della Procura Distrettuale Nell’ampia sala Riunioni il Procuratore Eletto Connie Ferrari ha riunito quasi tutto lo staff della Procura.

-Signori…- esordisce –Vi ho fatto venire qui perché ormai manca poco al mio giuramento come nuovo Procuratore Distrettuale e so che molti si chiederanno quanti cambiamenti intendo apportare allo staff. Voglio essere chiara, io sono diversa dal mio predecessore e non solo per quello che potete pensare…- risatine dall’uditorio -…abbiamo metodi e stili diversi, ma su una cosa siamo d’accordo, credo: non m’importa se siete democratici o repubblicani o se non andate nemmeno a votare, m’interessa che facciate bene il vostro lavoro che è accusare far condannare i colpevoli di reati, senza distinzione di sesso, razza, religione e o credo politico. So che avete lavorato con Mr. Tower per anni e capirò se non vi sentirete di farlo con me, ma, per quanto mi riguarda, il posto è ancora vostro.Ho molto d imparare su questo lavoro, confido che mi aiuterete.-

            Blake Tower, il Procuratore uscente, prende la parola:

-Vorrei dirvi ragazzi che avete fatto un buon lavoro e che non dovete farvi fuorviare da un malinteso senso di lealtà nei miei confronti, la vostra lealtà deve andare solo all’ufficio e so che Miss Ferrari farà un buon lavoro.-

            Detto da politico consumato, ma sarà tutto vero alla fine? Bill Hao riflette: non farebbe fatica a trovare uno studio legale che l’assuma o ad impiantarne uno a Chinatown, ma il posto di Capo della Sezione Crimine Organizzato gli piace e ci sono ancora cose in sospeso qui ed a lui piacerebbe concluderle. Se Connie Ferrari gli lascerà la stessa autonomia di Tower allora perché non restare?

 

2.

 

 

            Dov’eravamo rimasti? Ah si: il vicolo buio ed il tizio con la pistola puntata alla mia testa. Come dicevo, forse sarà il caso di fare un passo indietro e tornare all’inizio di questa convulsa giornata.

 Nella caotica redazione del Daily Bugle, la mia praticante giornalista preferita (l’unica che ho, in verità). Candace Nelson sta lavorando al suo computer da un pezzo. Confesso di non capire neanche metà delle cosa che sta facendo, ma non ha molta importanza, fintanto che lei sa quel che fa. Una settimana fa, circa, abbiamo scoperto che lo staff del Senatore di Stato Jessup sta facendo affari con Lapide. Il Killer favorito del Gufo, e che l’auto a bordo della quale abbiamo visto lo stesso Lapide è intestata ad una società di nome Cyberoptics, che tratta di sistemi informatici ed è tra i più importanti fornitori del Pentagono. Una veloce ricerca ci ha fatto scoprire che la Cyberoptics, ha come maggiore azionista le Boothe Industries, che, a loro volta, avevano come maggiore azionista un tale Orinn Boothe, tra l’altro, allevatore di cavalli nel Kentucky. In circostanze non del tutto chiare, Boothe era rimasto ucciso, apparentemente in una specie di duello con la figlia Jennifer, in cui si erano sparati, uccidendosi a vicenda.[20] Mi ci è voluto del tempo e diverse telefonate per scoprire che Boothe era impelagato in un traffico d’armi cibernetiche con il Sud America e che sua figlia, cocainomane incallita, l’aveva trascinato in un traffico di droga che utilizzava come veicolo le carcasse dei cavalli dell’allevamento di Boothe. Cosa avesse portato al drammatico duello non era chiaro.[21] Dopo la morte di Boothe il suo vice presidente, Harrison Wareman, aveva assunto la guida delle Boothe Industries giusto il tempo necessario per trattare con gli eredi la cessione della quota di maggioranza ad una società leader nelle Telecomunicazioni: la Global Corp. Con sede a Reno, Nevada, stato, che notoriamente, consente l’anonimato agli azionisti delle società ivi registrate.  Sembrava un vicolo cieco, ma non ci eravamo arresi. Per mia fortuna Robbie si era ricordato di conoscere uno dei senatori del Kentucky, Robert Lee “Reb” Ralston, eroe di guerra e membro dei mitici Howling Commandos di Nick Fury. Ralston aveva promesso di cercare di saperne di più. Il risultato era sulla mia scrivania: un mini dossier sulle attività connesse ai contratti della Cyberoptics, tra cui uno per l’ammodernamento dei servizi informatici dell’Assemblea Generale ad Albany e qui si tornava al senatore Jessup. Ora se avessi avuto notizie da Bergstein…

-Ben…- è Kathryn Cushing il caporedattore della Cronaca Cittadina, cosa può volere adesso? –… Abbiamo appena ricevuto una telefonata….-

-Che c’è Kate, non sono buone notizie vero?-

            Lei scuote la testa.

-Non lo sono. Ha appena telefonato la Polizia, hanno trovato un cadavere ai piedi del George Washington Bridge, dai documenti sembra che sia Martin Bergstein.-

            Candace soleva la testa dal computer e ci fissa sbalordita.

-Mio Dio!- esclamo io –Hanno....hanno avvertito già la moglie?-

-Non so se l’ha fatto la Polizia, io non lo farò se prima non sarò certa che è proprio lui. Ci vai tu Ben?-

            Annuisco gravemente.

-Io e Bergstein seguivamo insieme la storia del senatore Jessup, l’ultima volta che l’ho sentito stava andando ad Albany per parlare con una tizia che poteva dargli informazioni scottanti diceva…si è scottato anche lui sembra.-

            Kate mi guarda, stiamo pensando entrambi la stessa cosa, ma non osiamo dirla.

-Vado.- mi limito ad aggiungere.

 

                Mi chiamo Sean Patrick Gawaine e sono un sacerdote di Santa Romana Chiesa, ovvero la Chiesa Cattolica. Da meno di un anno, sono il Parroco di Nostra Signora della Misericordia, una piccola chiesa di Hell’s Kitchen, che fiancheggia un convento di suore con annesso ricovero per indigenti. Non siamo una parrocchia ricca, i fondi che riceviamo dall’Arcidiocesi e da donazioni private, sono appena sufficienti per i nostri programmi di assistenza ai poveri ed ogni rendiconto mensile, anzi diciamo pure settimanale, è una lotta continua per far quadrare il centesimo. A questo sto pensando, mentre vorrei incenerire le bollette, a questo ed alla reazione di Matt Murdock al caso di Mrs. Conroy. È rimasto colpito come se fosse una cosa personale, era turbato, anche se cercava di non darlo a vedere. Ci sarebbe da chiedersi perché. Quando e come Matt può aver conosciuto la nipote della Conroy? Che cosa può avere in comune con una senzatetto nera? O forse, forse… Mi viene in mente una storia che ho sentito raccontare… Strano, poi, che la Conroy sia venuta qui, non è nemmeno cattolica, ma il Centro è molto conosciuto nel mondo degli Homeless.

-Pensare troppo ti farà male Sean.-

                Suor Maggie l’energica direttrice del nostro ricovero è appena entrata e mi guarda con un sorriso vagamente ironico. Lei è l’unica che mi chiami Sean, gli altri mi chiamano tutti Padre o Kid, in ricordo dei vecchi tempi in cui ero pugile, a ripensarci, nemmeno mia madre mi chiamava Sean, ero Kid anche per lei, perché ero il più giovane dei suoi sette figli.  Santa donna!       

-Non è già ora della messa serale vero?- le chiedo.

-No, no, è che volevo parlarti di Darla Kowalski.-

-Che ha fatto stavolta?- chiedo –Ha rubato una mela dal banco di Grady?-

-No., Si tratta di sua madre, l’hanno trovata positiva al solito controllo delle urine ed ora rischia di vedersi saltare la libertà vigilata, pensavo….-

-Cosa?- chiedo rassegnato.

-Beh se parli all’assistente sociale, magari…-

Sospiro e mi alzo.

-Ci proverò Maggie, ma non so se mi ascolteranno.-

-Tu prova e confidiamo nella misericordia idi Dio.-

                Comincio a dubitare che Dio abbia abbastanza misericordia per la madre di Darla. Lucille Kowalsky sta per diventare un caso disperato, in un solo mese ha perso tre lavori e l’eroina è la goccia che fa traboccare il vaso. Nessuno può essere salvato, se non vuole esserlo e Maggie è troppo fiduciosa o sono io ad esserlo troppo poco?

 

                Volteggio sulla città nei panni di Devil cercando di schiarirmi la mente e trovare un senso a molte cose. Risentire parlare di Nyla è stato come ricevere uno schiaffo in pieno volto. L’avevo completamente rimossa dalla mia vita, come se il mio periodo con lei fosse accaduto a qualcun altro ed in un certo senso era vero. Quando avevo recuperato la memoria mi ero preoccupato di recuperare la vita che avevo perso, gli eventi delle settimane precedenti erano come un sogno i cui contorni sfumano al risveglio mattutino. Non avevo trattato Nyla meglio di come avessi trattato Heather o Glorianna.[22] Ad onta di tutte le mie chiacchiere sull’etica e sulla responsabilità, le avevo mollate senza pensarci due volte. Posso continuare a chiedermi se ho delle responsabilità nella sua attuale situazione, se avrei potuto fare qualcosa per lei o se quanto è successo sarebbe successo, comunque, non cambia la realtà delle cose. D’altra parte, e Karen sarebbe la prima a dirlo (Dio quanto mi manca!), anche se fosse una perfetta sconosciuta l’aiuterei giusto? E questo chiude la questione. Se Nyla è in grado di tenersi il suo bambino, allora quest’avvocato glielo farà riavere.

            Faccio scattare il mio cavo e mi lancio sul tetto di fronte. Un salto facile, fatto centinaia di volte, poi, all’improvviso…arriva come un’onda inarrestabile: la consapevolezza di essere sospeso nel vuoto, la certezza che cadrò, che mi schianterò al suolo. Il respiro si mozza in gola, il cuore accelera, lo slancio s’interrompe, non so cosa fare, morirò, morirò….Mollo la presa sul cavo e cado. Il buio in cui vivo tutta la mia vita da quando avevo 15 anni diventa un abisso che vuole inghiottirmi. Karen, mi spiace, ho fallito, ho deluso tutti ancora una volta. Mentre cado sento la voce di mio padre che grida: “Mai arrendersi, mai!” Non lo farò papà, non mi arrenderò, mai, mai! È, forse, un riflesso condizionato che mi spinge ad afferrarmi ad un’asta di bandiera ed interrompere la caduta. Sento le braccia che quasi mi escono dalle spalle, ma sono sopravvissuto. Resto appeso all’asta per non so quanto tempo. Attendo mentre il battito del cuore si regolarizza e così il respiro. I miei sensi confusi ritornano a funzionare. L’ondata di panico è passata. Panico? Ma certo! Il mio vecchio amico Mr. Fear, non contento della batosta della settimana scorsa, è tornato alla carica. È quasi consolante: un caro vecchio supercriminale in costume ci vuole, ogni tanto. Volteggio rapidamente sull’asta e salto sul cornicione del palazzo e da qui alla finestra.

-Scusate.- chiedo –Posso entrare?-

            Il Newyorkese medio non si stupisce più di trovarsi un tizio in costume alla finestra, ormai. Mi fanno entrare, è un ufficio di qualche genere, forse un’assicurazione dai beni di conversazione che colgo.. Approfitto della loro gentilezza

-Posso avere un bicchier d’acqua?- chiedo.

-Oh certo, nessun problema, Mr. …uh… Devil.-

            Sento i loro sguardi, evidentemente pensano che noi supereroi non abbiamo le necessità dei comuni mortali, come sbagliano. Bevo un secondo bicchiere e li ringrazio, poi esco nell’atrio e prendo un ascensore diretto verso il tetto. Ok, forse non sarà molto coerente con l’immagine pubblica di un eroe, ma nemmeno l’essere una macchia rossa sull’asfalto lo sarebbe, e, comunque, è la via più diretta per recuperare il mio bastone. Ritrovarlo non è difficile, quanto a Mr. Fear, sento ancora nell’aria la traccia del suo gas della paura, potrei seguirla prima che scompaia. Fear vuole la taglia di un milione di dollari sulla mia testa. Il solo modo di scrollarmelo di dosso è neutralizzarlo, o almeno provarci.

 

 

3.

 

 

            Quando io e Candace arriviamo sul posto, lo troviamo decisamente affollato, d’altronde capita spesso nel cosiddetto: “luogo del delitto”, ma di rado in questa quantità. I soliti agenti in uniforme tengono lontani i curiosi, mentre gli agenti della Polizia Scientifica terminano i loro rilevamenti e, poco più in là, il Medico Legale esamina il cadavere. Non lontano, noto un interessante gruppetto: ci sono gli obbligatori due detectives del Distretto, il 33°, che erano di turno al momento della chiamata, un nero ed un ispanico; poco più in là, altri due che identifico come Agenti della Squadra Omicidi di Manhattan, vestiti con il semiobbligatorio abito scuro. In questa città la Squadra Omicidi si limita ad un lavoro di supervisione ed eventuale assistenza, le indagini spettano ai Detectives del Distretto, che non hanno un’aria molto contenta e nemmeno l’hanno gli altri presenti, che la mia memoria di giornalista mi permette di identificare: il Vice Procuratore Distrettuale Esecutivo Bill Hao, dirigente della Sezione Crimine Organizzato; uno dei Detectives della Procura, il Sergente Brady O’Neil e, sorpresa delle sorprese, il Vice Procuratore Generale Anthony Scalia ed il Capitano George Scanlon, veterano del C.I.B. della Polizia di Stato, mancavano solo dei rappresentanti della Task Force anti Crimine Organizzato e della Procura degli Stati Uniti e saremmo stati al completo. A quanto pare, qualcuno pensava che fosse una cosa grossa.

            Stavamo incontrando difficoltà coi poliziotti di guardia, quando O’Neil mi riconobbe, guardò Hao, che fece un cenno d’assenso e, poco dopo eravamo accanto a loro. Avevano finito col cadavere e lo stavano portando via.

-Dagli un’occhiata Urich…- mi disse O’Neil -…dicci se è il tuo collega.-

            Sollevarono il lenzuolo, era Bergstein, non c’erano dubbi. Povero diavolo, non invidiavo chi avrebbe dovuto dirlo a sua moglie ad ai suoi figli.

-Si, è lui, è proprio Martin Bergstein, chi pensate che l’abbia ucciso?- chiedo.

-Cosa ti fa pensare che sia stato un omicidio Urich?- interviene Scanlon, ho sempre saputo che non aveva un carattere facile.

-Vediamo un po’…- inizio -…per tacere d’altro, c’è un esercito di investigatori di tutte le Polizie che mi riesce di farmi venire in mente, un po’ troppo se fosse stato investito da un pirata della strada, cosa, peraltro impossibile qui.-

-Molto perspicace Urich….- interviene O’Neil -.. in effetti l’hanno ucciso con un colpo alla nuca sparato da distanza ravvicinata. Sai a che cosa si interessava?-

            Sapevo che si sarebbe arrivato a questo e, come al solito, il dilemma: dico quel che so, oppure lo tengo per me ed indago per conto mio da bravo giornalista? Scelgo una via di mezzo.

-Era un cronista politico, non si è mai occupato di Cronaca Nera.-

-Ascolta Urich...- interviene Scanlon -…sappiamo che il tuo amico si interessava ai traffici del senatore Jessup. Se per caso sai se aveva scoperto qualcosa, devi dircelo, stiamo cercando di incastrare Jessup e ci riusciremo.-

-Non so cosa avesse scoperto.- rispondo, mentre mi accendo una sigaretta, la terza dal mio arrivo -Sto dicendo la verità, magari sapessi perché Bergstein si è fatto ammazzare, anche se è chiaro che il senatore c’è dentro sino al collo, ma lo scoprirò.-

-Attento Urich, se fai di testa tua ti metterai nei guai.- mi ammonisce Scanlon. Scuoto la testa e mi allontano, naturalmente avrei dovuto dargli retta, visto che il trattamento “colpo alla nuca” stanno per farlo a me, adesso.

 

            Richard Fisk sorride soddisfatto. È stata una settimana dura, ma n’è valsa la pena: gli uffici del Fondo Vanessa Fisk per le Vittime dei Crimini sono finalmente pronti e le operazioni possono cominciare. Ha dovuto rimandare la presentazione ufficiale, ma ora nulla lo frena più. Sa che molti saranno scettici, ma non mancano mai quelli pronti a credere ed è su loro che conta. Il bello è che è tutto vero, il fondo farà esattamente quello che promette di fare anche se naturalmente una cosa saranno le operazioni alla luce del sole ed un’altra quel che succederà quando nessuno vede. Con fare sornione si mette una rosa all’occhiello, chissà se piacerà a Candace? Il suo rapporto con lei gli è molto utile e lei è anche molto carina. Naturalmente quest’aspetto dei suoi piani è bene che resti segreto per….

-Mr. Fisk…- la voce viene dalla porta aperta, a parlare è un giovanotto sulla trentina, vestito in un completo blu scuro.

-Sono io…Richard Fisk, lei è…-

-Abbiamo parlato al telefono, sono l’avvocato che aspettava.-

-Oh giusto, ho dei documenti da firmare che lei deve vedere assolutamente e poi, beh Il Fondo avrà bisogno di un avvocato in permanenza. È stata Rosalind Sharpe a raccomandarla, dice che lei è davvero in gamba Mr. Byrnes, giusto?-

-Esatto.- risponde l’altro –Timothy Byrnes.-

 

            C’era un tempo in cui i criminali in costumi colorati si facevano vedere spesso nella mia vita, mi mancano un po’ quei tempi più ingenui, ma, forse, dipende dal fatto che ero più giovane, Seguo la scia del gas della paura e, sorpresa, sorpresa, trovo il solito magazzino sul porto, un vero cliché dei supercriminali mascherati.

-Banale vero?- la voce di Mr. Fear eccheggia sopra la mia testa –Non pretendo di essere originale a tutti i costi.-

            È sopra di me, il mio senso radar mi rimanda l’immagine di una specie di piatto volante, come quello di Trapster o del secondo Mr. Fear, ha ragione, non è affatto originale. Scatto attaccandomi al bordo della sua piattaforma volante e, mentre lui cerca di colpirmi con la sua pistola, gli sferro un calcio, atterrando in equilibrio precario.

-Avanti, Fear, facciamo gli adulti, smettiamola con quest’assurda storia di me e te che ci prendiamo a botte.-

-Tu sei la mia assicurazione Devil, Hai idea di cosa potrei farci con un milione di dollari?-

            Ancora quella storia. Dovrò darmi da fare per scoprire chi c’è dietro o tutti i balordi della nazione mi staranno alle calcagna finché campo. Evito un altro colpo di pistola, poi sento Fear che la regola girando una specie di quadrante,

-Vediamo come te la cavi con il raggio della paura!- dice. Ed era proprio quello che potevo aspettarmi che facesse.

 

                A questo punto vi chiederete: ma Urich come c’è arrivato in quel vicolo buio con un tizio che sta per sparargli alla nuca? La domanda è intelligente lo riconosco, ma non preoccupatevi, ora arriva la spiegazione.

            Eravamo tornati in redazione per buttar giù l’articolo per l’indomani e Jameson ci aveva convocati per una riunione.

-Bergstein era uno dei nostri.- dice –Non m’importa quanto ci mettete, voglio che scopriate ed inchiodiate quel figlio di buona donna che l’ha ucciso.-

            J.J.J. è più taccagno di Paperon De Paperoni, sa essere gretto e meschino quando è in giornata no, ma, come direbbe il nostro ex fotografo Peter Parker: ”C’è un cuore sotto tutta quella pietra.” Non ha bisogno di incitarmi, conoscevo poco Bergstein, ma stavamo lavorando insieme e sono certo che si è avvicinato troppo alla verità ed è per questo che l’hanno ucciso, ma cosa ha scoperto? Dovrei ripercorrere a ritroso i suoi passi e, forse, i suoi appunti potranno aiutarmi. Doveva vedersi con un’ex segretaria di Jessup, aveva informazioni, diceva. Ha lasciato il numero, proviamo a comporlo.

<<Pronto!>> mi risponde la voce di un uomo, non c’e scritto niente sul fatto che la ragazza vivesse con qualcuno.

-Ehm, cercavo Francine Hoyt…- rispondo -…forse ho sbagliato numero.-

<<Chi è lei? Perché la cerca?>>

-Dovrebbe dirmelo lei prima.- ribatto un po’ allarmato –Chi è lei e dov’è miss Hoyt?-

<<Sono il Sergente Milton Polizia di Albany, ora tocca a lei.>>

            Rimango interdetto, se la Polizia è a casa della ragazza, questo vuol dire che è morta o scomparsa, biascico una scusa e riattacco. So che rintracceranno la telefonata e, per allora avranno fatto i collegamenti tra i due omicidi e si chiederanno cosa so… e cosa so? Un bel nulla, a parte Lapide in un’auto della Cyberoptics e….

-Bingo!

            È stata Candace a lasciarsi andare a quell’esclamazione.

-Che c’è ragazza?-

-Ce l’ho fatta! Ho violato i codici della Cyberoptics.- risponde lei –Ho scoperto delle connessioni con una società del New Jersey che si chiama “Stryx Enterprises.-

-E allora?-

            Mi guarda con aria di commiserazione.

-Stryx è uno dei nomi latini per Civetta e Gufo.-

            Mai studiato il latino, ma ho una discreta cultura in matematica, so fare due più due.

-Io farei una visitina alla Cyberoptics.- dico –Vieni con me?-

-Certo!-

            Lascio un appunto per Kate e Robbie e poi siamo fuori. Appena in strada mi accendo, finalmente una sigaretta.

-Quelle cose ti uccideranno Ben.- mi dice Candace.

-Sono sopravvissuto ad altri mali…- rispondo -…sopravviverò anche a questo.- quasi a sottolineare quel che dico, comincio a tossire. Lo sguardo di commiserazione di Candace aumenta d’intensità.

            Chiamo un taxi, che si arresta proprio di fronte a noi, saliamo, sul sedile posteriore c’è già un uomo alto e magro, sto per dire che rinunciamo, quando l’uomo estrae una pistola e dice con voce fredda:

-Salite, presto.-

            Non si discute con un pistola puntata alla testa, saliamo ed il taxi parte sgommando.

-Si prepari ad un bel viaggetto Mr, Urich, ha fatto bene a portare l’impermeabile, l’East River è freddo in questa stagione.-

            Una minaccia, piuttosto chiara, questi due hanno visto troppe volte “Gli Intoccabili” e “Pulp Fiction”, mi verrebbe da ridere, se la situazione non fosse seria.

-Vi avverto...- esclama Candace -…sono la sorella del Procuratore degli Stati Uniti, non vi conviene farmi niente.-

-Tremo di paura…e tu Bud?- dice quello di fianco a noi.

-Sono spaventato a morte Lou.- replica l’autista, un tizio cicciottello.

            Due comici, proprio quello che ci voleva. Fermano il taxi dietro un magazzino della zona del porto, ci fanno scendere e ci spingono in un vicolo del retro.

            È a questo punto che mi ritrovo con la pistola puntata alla nuca e, di tutti i pensieri che potrebbero venirmi in un momento simile, mi chiedo come, mai in una città piena di buffoni in costume non ne salti fuori uno quando ne hai veramente bisogno. In un momento simile non pretendo Devil o L’uomo Ragno, mi accontenterei anche di Speedball o del Ragno d’Acciaio.

            A questo punto sento scattare il cane della pistola del tipo grasso.

 

            Mr. Fear spara il suo “raggio della paura”, il suo gas si spande nell’aria e già sento il cuore accellerare, devo agire subito, senza pensare, lasciar fare all’istinto. La mia mano destra afferra la maschera di Fear e la strappa scoprendo il suo volto.

-Ehi che fai?-  Esclama, poi cade vittima del suo stesso gas. Sento il battito accelerare, il respiro farsi affannoso mentre si rende conto di dove si trova e l’acrofobia lo assale, poi mi guarda.

-No…indietro, sta lontano…voglio andar via, fammi scendere…-

            Si muove in maniera sconnessa, squilibrando la piattaforma, se continua così…

-Calmati! gli dico –Stiamo per rovesciar….-

            Non riesco a finire, la piattaforma si ribalta…Mr. Fear urla, mentre cadiamo in direzione del fiume, troppo spaventato per pensare ad usare il suo Jet Pack, ammesso che l’abbia portato. Forse è la scarica di adrenalina che mi provoca l’idea della caduta, ma l’effetto del gas della paura cessa, mentre regolo la caduta, minimizzando l’urto. Sento Fear piombare in acqua urlando, poi perdo il contatto con lui. Provo a cercarlo ma niente. Alla fine rinuncio. Sarà davvero annegato? Le mele marce tornano sempre a galla, anche lui tornerà alla fine. Buffo, io non ci vedo e non so se quello dietro la maschera fosse il volto di Alan Fagan o se era un diverso Mr. Fear e, forse, non lo saprò mai. Emergo dal fiume in tempo perché il mio superudito colga un rumore familiare.

 

 

4.

 

 

            Guardo Candace Nelson e vedo che l’altro uomo si sta preparando a colpirla. È finita sembra, d’improvviso, senza volerlo, mi scuoto. Bel momento per farsi venire un attacco di tosse, tanto non sarà il cancro ai polmoni ad uccidermi. Aspetto il primo colpo di pistola, lo aspetto, ma non arriva. È accaduto in un attimo, un fulmine rosso è piombato loro addosso e li ha stesi prima che potessero capire che stava succedendo.

-Questi sono brutti posti Ben, Mi dice Devil.

-Era una gita organizzata…- rispondo continuando a tossire.

-Lo immagino.- si volge verso Candace –Non le è passata la voglia di cacciarsi nei guai eh Miss Nelson, a quanto vedo.-

            Lei gli rivolge uno sguardo di sfida.

-Sono sempre in prima linea nella battaglia per il trionfo della verità.- risponde.

            Matt ride ed anch’io faccio altrettanto tra un colpo di tosse e l’altro.

-Non è davvero cambiata Miss Nelson..Ora, se fossi in voi, chiamerei la Polizia per questi due uccellini.-

            Ci sta già pensando Candace col suo cellulare, io intanto prendo Matt in disparte.

-Un vero intervento provvidenziale.- gli dico.

-Che tu ci creda o no, ero qui per caso, se tu non avessi tossito, avrei sentito di te al TG della sera.-

-Non mi lamenterò della mia buona sorte. Questi erano sgherri del Gufo, credi che parleranno?-

-Mai.- risponde –Non capitava nemmeno con…- s’interrompe di colpo, come se avesse sentito qualcosa che solo le sue ipersensibili orecchie possono cogliere, seguo la direzione del suo sguardo, diciamo così, verso Candace ancora al telefono.

-Sta attento alle amicizie di quella ragazza, Ben.- dice, poi, non appena sente le sirene della Polizia in arrivo, scappa senza perdere tempo.

            E questa è la fine della storia della pistola, ma, come in ogni buona storia che si rispetti, ci dev’essere un epilogo.

 

            È sera nell’appartamento di Richard Fisk , il padrone di casa e Candace Nelson sono sul divano.

-…se non fosse arrivato Devil, ora sarei all’obitorio, puoi credermi.-

-Ci credo.- mormora Richard –Vuoi scusarmi un attimo, mia cara…devo fare una telefonata di lavoro.-

-A quest’ora?-

-Ci metterò un attimo, sta tranquilla.

            Richard si alza prendendo il cellulare, va in camera da letto chiudendosi la porta alle spalle, poi, dopo pochi minuti, rieccolo tutto sorridente.

-Fatto, ora sono tutto tuo per il resto della serata.-

-Perfetto.- risponde Candace.

 

            Isla Suerte, Caraibi, la giovane donna bionda riattacca il telefono, sta andando tutto secondo i piani almeno per il momento.

-La posso riaccompagnare al Bungalow?-

            Lei si aggiusta gli occhiali neri sul naso e sorride.

-Grazie Mr. Kingsley, lei è molto gentile….- risponde -…ma penso di farcela anche da sola.-

 

            Debbie Harris mi guarda, l’intensità del suo sguardo è come un faro per i miei supersensi.

-Terra a Matt. Tutto bene?-

            Esito chiedendomi cosa risponderle. Dovrei parlarle di Nyla, ma significherebbe parlarle di cose che non so se sono pronto a condividere. La nostra relazione sta procedendo bene per ora, ma non voglio affrettare le cose. Questa è una cosa di cui l’Uomo senza Paura ha realmente paura.

-Non importa.- dice lei –Capisco.-

-Debbie, io…-

-Ssst. Quando sarai pronto a dirmi cosa ti turba,me lo dirai, sino ad allora…aspetterò…-

            Avvicina il suo volto, sento il sapore delle sue labbra ed il suo profumo. Per un attimo, breve ed intenso penso a Karen, a Foggy, ai tempi felici che furono, poi non penso più a niente.

 

            Il tramonto è passato e l’alba è ancora lontana, penso a Doris e vorrei essere a casa, invece sono sempre qui a riguardare il mio articolo. Martin Bergstein è morto, forse i suoi assassini sono stati assicurati alla giustizia, ma i mandanti sono ancora là fuori. Continuerò il lavoro, scoprirò cosa c’è dietro e non mi fermerò, finché il marcio non sarà venuto a galla, è il lavoro di un giornalista, io ci credo ancora.

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche sono le cose da dire sulla storia di quest’Ultimate Edition.

1)    I Seguaci della Paura, gruppo di un solo numero composto dagli originali Mister Fear, Bue ed Anguilla affrontarono Devil agli inizi della sua carriera. Gli originali sono morti, ma i vecchi rancori non muoiono mai e questa ne è la prova.

2)    Per chi non se lo ricordasse, ci sono stati ben quattro Mr. Fear nella storia della Marvel il primo era Zoltan Drago, lo scopritore del gas della paura (Daredevil Vol 1°#6), fu ucciso dall’inventore Starr Saxon, che si sostituì a lui in un complesso piano di vendetta contro Devil (Daredevil Vol 1° #57/58), che finì con la sua morte. Il terzo Mr. Fear fu Lawrence, “Larry” Cranston, ex compagno di college di Matt e Foggy, dopo aver assistito alla morte di Zoltan Drago, s’impadronì del suo equipaggiamento e fu, in seguito, sconfitto da Devil e morì precipitando da un grattacielo. (Daredevil #90/91). L’ultimo Mr. Fear fu il figlio della sorella maggiore di Cranston, nonché suo unico erede, Alan Fagan, ricco debosciato che usò l’equipaggiamento per diventare un capo criminale fallendo sempre i suoi obiettivi.

3)    Frank Farnum è uno dei più vecchi nemici di Devil e per un certo periodo ne fu anche nemesi ricorrente,  per poi sparire nell’oblio da cui io l’ho tirato fuori. La sua prima apparizione avvenne in Daredevil #16/17 (In Italia, tra gli altri, Devil, Corno #14) albi in cu c0’era il secondo team up tra Devil e l’Uomo Ragno, la prima comparsa del Ragnetto nella testata dell’Uomo senza Paura, nonché la prima occasione in cui John Romita Jr. disegnò il Tessiragnatele, per non parlare del fatto che l’Uomo Ragno vi intuì, per  la prima volta, la vera identità di Devil. Mica male no?

4)    Per ciò che riguarda i veri piani del Gufo e Richard Fisk, a quest’ora, se siete fedeli lettori ne saprete certo di più, per il resto… un po’ di pazienza e lo saprete.

5)    Se non sapete chi sia Harold Howard, restate sintonizzati su Marvel Knights e ne saprete di più.

6)    Nell’intervallo tra gli episodi #13 e #14, Devil appare di nuovo brevemente in “La Tela del Ragno #1 la nostra serie antologica sul mondo dell’arrampicamuri.

7)    Vi siete convinti che abbia messo troppa carne al fuoco? Lasciate che vi dica: non avete visto nulla. Se non si fosse capito, è mia intenzione rendere questa una serie molto corale. Nei prossimi episodi, l’obiettivo sarà puntato sulle vicende non solo di Matt, ma anche dei vari membri del suo studio, Foggy, Ben e Candace,  Padre Gawaine e tutto il cast di Hell’s Kitchen, ma, naturalmente questa serie continua a chiamarsi Devil e non Matt Murdock avvocato, per cui, state sicuri che vedrete il nostro eroe in costume con costante regolarità

Nella prossima Ultimate Edition una lunga saga che s’intitolerà: “Giusto processo”. Vedremo, tra l’altro: l’inizio del processo ai capi criminali di New York, l’insediamento di Connie Ferrari nell’incarico di Procuratore Distrettuale di Manhattan, Ben Urich a caccia di verità, i problemi di Padre Gawaine, una ragazza difficile in lotta per la sua dignità e per tenersi suo figlio. Come, non vi basta? Ah Giusto, dimenticavo il ritorno di Jester, va meglio adesso? -_^

 

Carlo

 

 

 

 

 



[1] In Daredevil #15 (Devil, Corno, #13) oppure Daredevil #86 (Devil, Corno, #85)

[2] In Devil (MIT) #7

[3] Nessuno dei tre è l’originale, ci sono stati altri Mister Fear, Anguilla e Bue prima di loro e sono morti.

[4] Come rivelato in Devil MIT #6

[5] In Daredevil #356/357 (Devil & Hulk #46/47)

[6]I tre si scontrarono con Devil per la prima ed unica volta insieme in Daredevil Vol 1° #6 (Devil, Corno, #6 o Devil Classic #2)

[7] In Spectacular Spider Man #25/28 (Settimanale dell’Uomo Ragno, Corno, #2/5 oppure Uomo Ragno Classic #61/62)

[8] Daredevil #16/17 (Devil, Corno #14)

[9] Daredevil #27 (Devil Corno #22)

[10] Daredevil #41 (Devil, Corno, #38)

[11] I risultati della visita di Peter li avete visti in Uomo Ragno MIT #26

[12] Il terzo Mr. Fear, compagno di Matt all’Università

[13] Ancora UR #26

[14] I particolari su La Tela del Ragno #1

[15] Non avete letto La Tela Del Ragno #1? Vergogna, rimediate subito!

[16] Un resoconto alquanto sintetico degli eventi di “Rinascita” e di altre grandi saghe di Devil

[17] In Daredevil, Vol 1°, #233 (FQ, Star, #43)

[18] Come visto in Daredevil, Vol 1°, #285/289 (FQ, Star, #105/109)

[19] Lumaca o sanguisuga in inglese

[20] Nella miniserie Nomad #2 (Punitore, Star, #24)

[21] Se non a chi ha letto la citata miniserie di Nomad

[22] Ragazze di Matt ora defunte,